Le nuove tecnologie nell’ambito ecclesiastico: ecco a cosa servono
Quando si parla delle nuove tecnologie digitali, spesso e volentieri ci si dimentica di tutto ciò che riguarda la Chiesa. Quest’ultima sembra essere molto lontana dai processi di digitalizzazione, motivo cui viene spesso ignorata. Eppure si tratta di una realtà che nel periodo della quarantena causata dal Covid19 aveva continuato ad accogliere al proprio interno svariate persone. Per molti aspetti la Chiesa si era comunque digitalizzata, adattandosi alle nuove richieste del mercato. E in tutto ciò ha fatto un enorme utilizzo di strumenti digitali che la tecnologia ci ha messo a disposizione, uno dei quali è il Pastorale 4.0.
A prima vista il Pastorale digitale potrebbe sembrare qualcosa di assurdo e non sono state poche le critiche che la Chiesa aveva ricevuto nei primi giorni della quarantena. Eppure, considerando l’evidente necessità di bloccare l’espansione del virus, il Pastorale digitale è stato un obbligo ed è interessato ancor ora. Puoi informarti in merito anche qui: https://www.riccardopetricca.it/libri/.
Come le nuove tecnologie aiutano la Chiesa?
Prima si credeva che venire in Chiesa fosse obbligatorio, in quanto si trattava della Casa di Dio: tutti vi venivano per ricercare la pace, rilassarsi, sentire le parole del prete. Oggigiorno tutto ciò non è più necessario, anche perché grazie alle tecnologie della realtà virtuale e di quella aumentata è possibile venire in Chiesa senza nemmeno spostarsi dal divano della propria abitazione. Il tutto ascoltando ciò che ha da dire il sacerdote della propria parrocchia e usufruire dei device forniti dalla tecnologia per vivere una di quelle esperienze che si ricorderanno per molto tempo.
Ma non è solo una questione di venire in chiesa a messa… I nuovi device tecnologici possono aiutare anche in tantissimi altri compiti. Per esempio, nell’atto della confessione. Sebbene quest’ultimo debba comunque essere “reale”, nell’ultimo periodo i sacerdoti si espongono anche a quello virtuale. Il tutto per diminuire ancora di più i contagi da Covid19, ma anche perché molte persone che si vogliono confessare non hanno la capacità fisica di venire in Chiesa e il sacerdote, dal canto suo, non può raggiungere il fedele.
La Chiesa nell’Epoca 4.0
Tutto questo indica insomma, che non è soltanto il mondo aziendale a essere aperto alla digitalizzazione, ma anche quello ecclesiastico, il che potrebbe sembrare strano. Come può un ente da sempre tradizionale e molto conservativo rivolgere le proprie attenzioni verso le nuove tecnologie digitali, molte delle quali sembrano essere addirittura in contrasto con ciò che la Chiesa insegna da tanti anni ormai?
A farcelo capire è, probabilmente, proprio la comodità di cui è possibile usufruire grazie a tali tecnologie, ma anche il fatto che da sempre la Chiesa cerca di adattarsi alla nuova realtà nel mondo. Tutto questo le ha permesso di diventare uno degli enti che maggiormente fa uso delle nuove tecnologie digitali, promuovendone l’utilizzo anche negli altri ambiti. E a differenza di quel che si potrebbe pensare a prima vista, alla base della digitalizzazione dell’organizzazione millenaria sembrano esserci anche motivazioni teologiche.
La Chiesa si digitalizzerà anche nel futuro?
Considerando la sua capacità di adattamento ai cambiamenti che avvengono nel mondo, la risposta a questa domanda non può che essere affermativa. Sicuramente a causa dei vari pericoli che ancora oggi ci sono, i processi di digitalizzazione nell’ambito pastorale e in quello ecclesiastico porteranno davvero alla nascita della Chiesa 4.0. Quella che si baserà meno sul contatto umano diretto, ma che punterà maggiormente a rispettare la salute dei propri fedeli. Il tutto senza rinunciare alle tradizioni e ai riti che vengono rispettati da diversi secoli ormai. Certo, senza scadere nel mito della “religione digitale”, in quanto la religione resterà sempre quella cristiana, ma digitalizzando i processi di cui la Chiesa si avvale da tantissimi anni. Da questo punto di vista si prospetta, insomma, un assottigliamento della frontiera tra l’online e l’offline, che porterà la Chiesa a essere diversa da quella che fu solo 10 anni addietro.