Disturbi alimentari: come riconoscerli e come intervenire subito

I disturbi alimentari sono purtroppo molto comuni: solo durante la recente pandemia sono aumentati di oltre il 30%. Ad oggi, si stimano oltre due milioni di casi di DCA in Italia che affliggono persone di età inferiore ai 30 anni. Non sempre si riconoscono i segnali dei disturbi alimentari e spesso i pazienti affetti sviluppano patologie gravi e diventa difficile riportarli all’equilibrio.
Per questo è importante riconoscere i disturbi alimentari prima che peggiorino. Grazie al contributo del Dr Giorgio Cuzzola, nutrizionista a Roma, scopriamo quali sono quei segnali che indicano la possibile presenza di un disturbo alimentare.
Segnali della presenza di un Disturbo Alimentare
Cominciamo col dire che ogni persona è unica e che i disturbi alimentari sono diversi. Ognuno può colpire in modo diverso. Quindi, offriremo una panoramica di alcuni dei segni frequenti che possono far sospettare la presenza di un DCA.
Stati d’ansia
In presenza di un disturbo alimentare, la percezione del sé dell’individuo è la prima a dare dei segni di cambiamento. Chi ha un rapporto disfunzionale con il cibo tende a chiudersi in se stesso, a provare angoscia, a guardare il proprio corpo in modo distorto. A volte il paziente percepisce una condizione di sovrappeso, a volte di essere troppo magro e reagisce mangiando in modo disfunzionale. Quando questi pensieri diventano troppo frequenti, finiscono per appesantire la mente dell’individuo, spostando la sua attenzione verso un pensiero ansiogeno piuttosto che al momento presente.
Una sfumatura che assumono gli stati d’ansia nei DCA è quella di creare uno stato di tensione interiore nell’individuo, che può tendere a percepire il proprio corpo come al centro dell’attenzione altrui, sentendo quindi la necessità di nasconderlo, o di intervenire cercando di dargli l’aspetto desiderato, spesso tramite comportamenti alimentari disfunzionali.
Quando una persona si lascia trascinare dagli stati d’ansia, sarebbe bene fornirgli supporto il prima possibile a livello psicologico. Prima si ristabilisce un equilibrio psicologico, maggiori possibilità ci sono di limitare le conseguenze negative derivanti da questi disturbi.
Comportamenti anomali nei confronti del cibo
I disturbi alimentari risiedono intimamente nel rapporto tra il paziente e il cibo. Possono verificarsi diversi eventi che dovrebbero essere considerati dei campanelli di allarme. Uno di questi sono gli episodi di binge eating, comunemente chiamati abbuffate.
Gli episodi di binge eating a volte dipendono poco dalla fame fisiologica, mentre sono più spesso causati dal tentativo di compensare uno stato d’animo negativo o una sensazione di vuoto interiore, sfruttando la sensazione di pienezza indotta dal mangiare grandi quantità di cibo. Durante questi episodi può capitare di perdere il controllo delle proprie azioni per qualche minuto, mentre successivamente si prova disagio fisico per l’eccessiva pienezza di stomaco unita ai sensi di colpa per ciò che si è fatto.
Quando gli episodi di binge eating si susseguono molto frequentemente nel tempo, si può sospettare un Disturbo da Alimentazione Incontrollata.
Un comportamento opposto all’abbuffata è invece il rifiuto del cibo, soprattutto di alimenti una volta graditi. A volte questo comportamento è manifesto. Il paziente mette da parte il cibo, oppure trova delle scuse per non mangiare. Altre, invece, avviene tutto di nascosto. Ci sono persone che nascondono il cibo, che non riescono a finire, altre che dichiarano di pranzare fuori per poi restare a digiuno ecc.
Attenzione anche a come una persona mangia. Se si notano dei cambiamenti drastici nel tempo di permanenza a tavola, vuol dire che forse si sta sviluppando un DCA. Se una volta, per esempio, una persona mangiava in tempi brevi e poi, tutt’a un tratto, si dilunga eccessivamente a masticare, potrebbe essere il caso di intervenire.
Eccessivo controllo della forma fisica
Non sempre lo sport e il controllo delle calorie sono segnali della voglia di rimettersi in forma. Chi soffre di un disturbo alimentare, spesso trasforma dei gesti per la cura di sé in vere e proprie ossessioni. Il paziente si pesa spesso, così come pesa gli alimenti, osserva il girovita, la circonferenza degli arti e pratica sport a livelli stressanti (anche più volte al giorno).
Attenzione anche all’uso di alimenti destinati agli sportivi. Essi non sono sostituti del pasto. Spesso chi soffre di DCA assume bevande isotoniche o polveri proteiche, evitando altri tipi di alimento. Segue una dieta rigorosa non necessaria e neanche programmata da un nutrizionista, spesso molto sbilanciata verso le proteine ed eliminando erratamente altri macronutrienti essenziali per il benessere fisico. Il tutto nel tentativo di perdere peso, ma in modalità scorrette e potenzialmente molto dannose per chi le mette in pratica.
Nel caso in cui una persona presenti questi o simili comportamenti anomali, è bene intervenire prima che la situazione peggiori. È opportuno affidarsi alle cure di nutrizionisti e psicoterapeuti, in modo da ritrovare l’equilibrio nel proprio rapporto con l’alimentazione.