Diritto alle ferie retribuite anche per i docenti precari
In un contesto scolastico nel quale i diritti dei docenti, soprattutto quelli precari, sono spesso calpestati, il tema delle ferie è divenuto di primaria importanza, sia per la delicatezza dei risvolti pratici, sia per la difficoltà di ricostruzione della normativa di riferimento che, spesso e volentieri, si presta ad interpretazioni difformi da parte dei dirigenti delle varie istituzioni scolastiche: da chi ritiene che le ferie vadano assegnate d’ufficio a chi ritiene che le ferie siano godute automaticamente durante i periodi di sospensione delle lezioni.
Gli avvocati Salvatore e Andrea Giannattasio di Giustizia Scuola, si sono fortemente battuti sul tema e sostengono che sia totalmente illegittima e lesiva di un diritto costituzionalmente garantito, quello al riposo retribuito, la prassi adottata dalla stragrande maggioranza delle istituzioni scolastiche statali; ed infatti, il docente può considerarsi in ferie solo ed esclusivamente se ha fatto un’esplicita richiesta, accolta poi dal Dirigente, ovvero se sia proprio lo stesso Dirigente scolastico ad invitare formalmente il docente a poter fruire delle ferie durante un determinato periodo di sospensione delle lezioni. In quest’ultimo caso, infatti, l’inerzia del docente determinerebbe la perdita definitiva al diritto maturato.
Al di fuori di queste ipotesi, il docente non può considerarsi in ferie e, quindi, anche se le lezioni sono sospese deve considerarsi in servizio.
La conseguenza e che il docente con contratto al 30 Giugno si ritroverà a fine anno a non aver fruito di alcuni giorni di ferie che dovranno essere monetizzate alla scadenza del contratto. Tuttavia, è del tutto inusuale che l’amministrazione scolastica statale proceda al pagamento delle ferie maturate e non godute.
Una violazione dei diritti del lavoratore
Questa prassi dell’Amministrazione scolastica, che nega la monetizzazione per le ferie maturate e non godute, risulta essere in contrasto con i principi garantisti del diritto nazionale e dell’Unione Europea. Al centro di tale questione, vi è l’indennità sostitutiva, che il lavoratore a termine non dovrebbe mai perdere e che spetta per i giorni di ferie residui, vale a dire la differenza tra i giorni maturati e quelli effettivamente fruiti, intendendosi per tali solo quelli che si ottengono a seguito di un’esplicita richiesta da parte del docente o da parte del dirigente scolastico.
Il sostegno della giurisprudenza
La giurisprudenza si è mossa all’unisono, sostenendo, sulla scia della pronuncia della Corte di Giustizia Europea, l’importanza del diritto al pagamento delle ferie non fruite. Infatti, Tribunali ordinari in funzione di Giudici del Lavoro presenti sul territorio nazionale hanno emesso pronunce favorevoli grazie alle quali i docenti precari hanno ottenuto risarcimenti per migliaia di euro. Un orientamento ormai consolidato anche presso le corti d’Appello e presso la Corte di Cassazione.
Conclusione
In conclusione, le ferie non godute dei docenti precari della scuola devono essere retribuite. È diritto del lavoratore ottenere una giusta retribuzione per i giorni di ferie non goduti. Se ti trovi in questa situazione, non esitare a fare valere i tuoi diritti.