Cosa sono i fondi pensione

I fondi pensione sono uno strumento di integrazione della pensione ordinaria, e l’esigenza di attivarli è legata al fatto che le pensioni erogate dalla previdenza statale si rivelano spesso molto ridotte negli importi, al punto da non consentire, al relativo titolare, di godere di un tenore di vita apprezzabile.
Alla luce di questo, molte persone si mettono per tempo ai ripari per evitare di ritrovarsi, un domani, con una pensione esigua, e scelgono quindi di aderire a dei fondi pensionistici.
Prima di fare il punto su quali sono le diverse opzioni, è doveroso sottolineare che la gestione dei fondi pensione può rivelarsi complessa: ecco perché sempre più persone scelgono le soluzioni di Propensione, specializzata proprio nel campo della previdenza integrativa.
1 – Fondi pensione aperti
I fondi pensione aperti devono il loro nome al fatto di poter essere attivati da chiunque, ad aderire a tali fondi possono dunque essere, sia in forma individuale che collettiva, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, imprenditori e perfino disoccupati, quindi persone che non godono, per il momento, di alcun tipo di reddito.
L’interessato può attivare un fondo simile presso una banca, una società di assicurazioni, una SGR (società di gestione del risparmio) o una SIM (società di intermediazione mobiliare), e la logica di fondo è molto semplice: il sottoscrittore si impegna a riconoscere periodicamente delle somme alla società presso cui ha attivato il fondo, somme grazie alle quali quest’ultima potrà un domani, al raggiungimento dell’età pensionabile, erogargli le dovute prestazioni.
Le somme che vengono versate alla società erogatrice confluiscono nel relativo patrimonio, ma è interessante sottolineare che nel caso in cui tale società dovesse fallire, il patrimonio versato dal sottoscrittore non può comunque essere utilizzato per soddisfare i diritti di eventuali creditori.
2 – Piani individuali pensionistici
I piani individuali pensionistici, denominati PIP, sono dei fondi pensione simili ai fondi pensione aperti, i quali presentano tuttavia alcune peculiarità.
Anzitutto, i piani individuali pensionistici possono essere proposti esclusivamente da società di assicurazioni, inoltre la loro sottoscrizione è prettamente individuale, non sono dunque previste sottoscrizioni di natura collettiva.
Anche in questo caso, il cliente si impegna a versare alla società in questione delle somme periodiche, le quali gli consentiranno un domani di godere di prestazioni integrative alla pensione statale, un’ulteriore ed importante differenza rispetto ai fondi pensione aperti è tuttavia nel fatto che tali somme confluiscono in un patrimonio separato rispetto a quello della società di assicurazioni che offre il prodotto.
3 – Fondi pensione chiusi
I fondi pensione chiusi sono così denominati in quanto riguardano solo ed esclusivamente determinate categorie di lavoratori, essi sono infatti frutto di specifiche negoziazioni tra le organizzazioni sindacali e le aziende interessate e, in taluni casi, divengono elemento integrante del contratto collettivo nazionale di lavoro, proprio per tale ragione sono definiti anche fondi “negoziali”.
Per via della loro natura, i fondi pensione chiusi prevedono esclusivamente delle sottoscrizioni collettive, non sono dunque configurabili delle adesioni di tipo individuale, e prevedono sostanzialmente che il lavoratore conferisca nel fondo in questione il proprio TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto, scegliendo di farlo in maniera totale o soltanto parziale ma rispettando comunque, in quest’ultimo caso, le percentuali minime stabilite dall’accordo.